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Intorno alle due figure di Filippino Lippi e del nobile Jacopo de' Nerli detto Tanai si svolge, nella seconda metà del Quattrocento, la storia di un capolavoro: la Pala Nerli che dopo un accurato e sapiente restauro ritorna sull'altare della famiglia nella basilica di Santo Spirito e si mostra con una nuova godibile leggibilità che permette di apprezzarne le finezze disegnative e la preziosità dei materiali usati. La pubblicazione illustra la genesi del dipinto - nato per svolgere una funzione pubblica fortemente rappresentativa dello status del committente - che sarebbe databile tra il 1485 e il 1488, il notevole valore formale e stilistico della cornice a tabernacolo - ornamento di fine intaglio e varietà ornativa, importante esempio di interrelazione tra architettura, scultura e pittura che assume un ruolo di coprotagonista con la tavola - e rende noti i risultati di un'intensa indagine scientifica e strumentale che hanno permesso di penetrare nel percorso creativo dell'artista sottolineando le criticità conservative cui era necessario rimediare.